“Questa mattina ho visto la campagna dalla mia finestra molto a lungo, e prima dell’alba non c’era nulla se non la Stella del mattino, che era molto grande”
– Vincent Van Gogh-
“Questa mattina ho visto la campagna dalla mia finestra molto a lungo, e prima dell’alba non c’era nulla se non la Stella del mattino, che era molto grande”
– Vincent Van Gogh-
L’inquietudine dell’artista, poi, esplode nella porzione superiore della tela, quella relativa al cielo. Questi spazi cosmici sono rischiarati dalla luce aranciata della falce lunare, visibile in alto a destra, e dal quieto pulsare del pianeta Venere, anche conosciuto come «stella del mattino». Ma a catturare l’attenzione dell’osservatore sono soprattutto le stelle, che sembrano ruotare pericolosamente su se stesse in gorghi titanici e vorticosi, come se fossero meteore impazzite: cio e particolarmente evidente nel vortice centrale, dove l’intervento di pennellate che cambiano ripetutamente direzione ne trasforma il romantico pulsare in uno spasmodico turbinio. Il movimento arcano degli astri, nonostante la sua tumultuosita, e infatti guidato da pennellate che, raggrumandosi e ispessendosi, distribuiscono la materia pittorica secondo irradiazioni circolari. La visione, poi, viene resa armoniosa dal mirabile contrasto presente tra l’ultramarino, i blu cobalto (tonalita costitutive del cielo) e i gialli indiano e di zinco (i quali, invece, vanno a tingere le stelle). «Il colore, di consistenza molto fluida» osservano ancora Cricco e di Teodoro «e steso con uno spessore minimo, a piccoli tocchi ravvicinati, lasciando qua e la spazi vuoti, dai quali si intravede anche la trama della tela sottostante che, in corrispondenza delle stelle, ne simula il tremolio. In questo modo il dipinto assume un tono brillante ma freddo allo stesso tempo, che restituisce l’atmosfera rarefatta e quasi lattiginosa della notte stellata».